Foglietto del 04 Agosto 2019

“CIÒ CHE HAI E CIÒ CHE DAI”

La campagna di un uomo ricco aveva dato un raccolto abbondante. Egli ragionava tra sé: «Come faccio? Ho troppo. Ecco, demolirò i miei magazzini e ne ricostruirò di più grandi». Così potrò accumulare e trattenere. Scrive san Basilio: «E se poi riempirai anche i nuovi granai, che cosa farai? Demolirai ancora e ancora ricostruirai? Con cura costruire, poi con cura demolire: cosa c’è di più insensato, di più inutile? Se vuoi, hai dei granai: sono nelle case dei poveri». Il ricco della parabola invece dice sempre «io» (io demolirò, costruirò, raccoglierò…), usa sempre l’aggettivo possessivo «mio» (i miei beni, i miei raccolti, i miei magazzini, me stesso, anima mia). Nessun altro entra nel suo orizzonte. Uomo senza aperture, senza brecce; non solo privo di generosità, ma privo di relazioni. La sua non è vita. Infatti: stolto, questa notte stessa ti sarà richiesta indietro la tua vita. Gesù non evoca la morte come una minaccia per farci disprezzare i beni della terra. Il Vangelo non contesta il desiderio di godere le brevi gioie della strada come vorrebbe fare il ricco (anima mia, riposati, mangia, bevi, divertiti…). Gesù suggerisce che la tua vita non dipende da ciò che possiedi, non dipende da ciò che uno ha, ma da ciò che uno dà. La vita vive di vita donata.

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Foglietto del 04 agosto 19